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Il Bambino dai 6 agli 11 anni

Con l’ingresso nelle scuole elementari, il bambino entra a tutti gli effetti nel mondo sociale con dei tratti psicologici che lo contraddistinguono ormai da tempo.

 

Del resto sappiamo che già nelle scuole primarie si tende molto spesso a privilegiare l’aspetto razionale che ci rende efficienti e operativi, lasciando in secondo piano invece la dimensione affettivo-emotiva.

In effetti, siamo ormai lontani dalle teorie che ritenevano le emozioni ostacoli al pensiero, elementi di disturbo che possono offuscare la mente. La ricerca psicologica ha dimostrato che, laddove si possono esprimere e condividere le emozioni, la comunicazione circola in modo sano e migliorano i rapporti umani tra pari e intergenerazionali, oltre che i livelli di benessere individuale.

È l’età in cui pressoché in tutte le culture il bambino inizia il suo percorso nella scuola primaria. Il bambino inizia dunque anche a cimentarsi con competenze cognitive in modo più sistematico – operazioni matematiche, sforzi di memoria, leggere, scrivere – e relazionali – passa molte ore fuori casa, deve seguire altre regole, conosce diversi coetanei – tutte esperienze particolarmente ricche ma anche fonti di possibili stress.

 

L’ingresso nella scuola primaria rappresenta quindi un passaggio rilevante e complesso. Il bambino è chiamato a implementare le competenze cognitive – logica, memoria, intelligenza cristallizzata, ragionamento aritmetico e velocità di elaborazione – e a investire nel campo relazionale e sociale.

In questa direzione, avrà l’opportunità di mettere in campo proprietà emergenti e di consolidare le caratteristiche psicologiche che lo contraddistinguono.Avrà inoltre modo di sviluppare l’autostima, l’autoefficacia, la modulazione degli affetti e d’identificare moduli comportamentali più adattivi ed efficaci.

Siamo al corrente di come lo sviluppo psicologico e affettivo del bambino sia influenzato da fattori molteplici di stampo biologico, psicologico, ambientale e sociale.

Come ampiamente ripetuto, tra le variabili che favorirebbero percorsi di sviluppo armoniosi, s’individuano una relazione d’attaccamento sicura, le competenze metacognitive, la regolazione emotiva, la presenza di modelli genitoriali/educativiautorevoli e responsivie l’accessibilità a una rete sociale di supporto.

La letteratura scientifica è concorde nell’affermare che l’assenza di questi elementi di protezione potrebbe con facilità costituire un terreno fertile per la genesi di psicopatologia maggiormente invalidante.

In questa fascia di età si definisco e strutturano le caratteristiche fisiche e motorie, affettive e relazione, cognitive e logiche del bambino.

Durante le scuole elementari, fino a 11 anni circa,  il bambino consolida lo sviluppo cognitivo passando dalle operazioni concrete all’uso pieno della logica induttiva.

In questo periodo si affermano anche i ruoli e gli stili di gioco, si struttura la tendenza al  comando, il grado di socialità e popolarità tra i compagni.

Per quanto si pensi che, in questa fase del ciclo di vita, gli interessi siano silenti e i picchi di crescita non così significativi come in passato, è in generale un periodo in cui prosegue e si consolida l’apprendimento cognitivo, lo sviluppo motorio e quello affettivo. In effetti i cambiamenti potrebbero essere meno evidenti ma non meno significativi.

Con l’arrivo della pubertà, si entra successivamente nella delicata fase dell’Adolescenza.

Autostima

L’autostima potrebbe essere definita come l’insieme di giudizi che l’individuo presenta rispetto a se stesso. Generalmente l’autostima inizia a consolidarsi nell’infanzia e tende a ristrutturarsi nell’adolescenza.

 

 

In buona sostanza, il costrutto di autostima richiede la capacità dell’individuo di auto-osservarsie quindi di auto-conoscersi. Il che permette di giudicarsi in maniera generale se stessi in termini positivi o negativi.

Alcuni autori credono che l’autostima sia un elemento che nasce dalle interazioni con gli altri. In questo modo, si costituisce durante il corso della vita partendo da ciò che l’altro pensa della nostra persona - generalmente i genitori già nelle prime relazioni.

Del resto l’autostima di una persona non scaturisce esclusivamente da fattori interiori individuali, ma hanno una certa influenza anche i cosiddetti confronti che l’individuo fa, consapevolmente o no, con l’ambiente in cui vive.

 

Si potrebbe affermare che già nell’infanzia è importante sostenere e riconoscere le qualità dei propri figli e intervenire laddove ce ne sia bisogno senza però generare sentimenti di vergogna, poiché la vergogna –  umiliazione o più in generale sentimenti di impotenza – racchiude un giudizio negativo sul proprio potenziale.

Al fine di sostenere l’autostima dei propri figli è bene differenziare il piano dell’essere, su cui non vi dovrebbe essere giudizio negativo, e il piano del faree del comportamento, su cui invece è utile intervenire al fine di correggere e modificare le situazioni o le modalità che lungo la crescita potrebbero tradursi in sofferenza e disagio.

Qual è l’ingrediente fondamentale per nutrire l’autostima nel bambino?

Sapere di avere un posto nell’Altro, sapere di essere amato e desiderato per il solo fatto di esistere, indipendentemente da quello che fa e che sa. Se passa questo messaggio, il nucleo dell’autostima del bambino è forte, stabile e getta le basi per uno sviluppo armonioso.

A parole è un concetto semplice e sembra scontato, quale genitore non lo sa?

Invece è molto difficile trasmettere questo messaggio perché entrano in gioco molti meccanismi psicologicicomunicativieducativi.

Un errore pedagogico cui spesso s’incorre è che si tende a sottolineare ai bambini ciò che sbagliano e non a valorizzare i successi perché si teme che possano “montarsi la testa”.

E’ esattamente il contrario. Evidenziare continuamente ciò che il bambino non sa fare, favorisce la costruzione di una immagine personale al negativo “Io non so fare questo…io non riesco in quello…”

Il desiderio più grande dei bambini è quello di essere riconosciuti, vogliono attenzioni: premiare quello che fanno di buono ed ignorare un comportamento non gradito, rappresenta un ottimo modo per consolidare ciò che si desidera insegnare, ed alimenta l’autostima!

 

 

Per alcuni autori, al processo di formazione dell’autostima appartengono due componenti: il Sé reale e il Sé ideale.

Il Sé reale non è altro che una visione oggettiva delle proprie abilità. Il Sé ideale corrisponde invece a come l’individuo vorrebbe essere. Possiamo quindi affermare che l’autostima nasca dai risultati dal confronto tra le aspettati ideali e le nostre effettive esperienze le aspettative ideali. In conclusione, maggiore sarà la differenza tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, minoresarà la stima di noi stessi.

Possedere un’alta autostima è il risultato di una limitata differenza tra il Sé reale e il Sé ideale. Significa saper riconoscere in maniera realistica di avere sia pregi che difetti, impegnandosi a migliorare le proprie debolezze, apprezzando i propri punti di forza.

Tutto ciò enfatizza una maggiore apertura all’ambiente, una maggiore autonomia e una maggiore e coerente fiducia nelle proprie capacità.

Al contrario, una bassa autostima può condurre ad una ridotta partecipazione e uno scarso entusiasmo, che si concretizzano in situazioni di demotivazione in cui predominano disimpegno e disinteresse. Vengono riconosciute esclusivamente le proprie debolezze, mentre vengono trascurati i propri punti di forza.

Le persone con una bassa autostima si arrendono molto più facilmente quando si tratta di raggiungere un obiettivo, soprattutto se incontrano qualche difficoltà o sentono un parere contrario a ciò che pensano.

Non esiste il “gene” dell’autostima, né un suo uno sviluppo “naturale”.

La cura della propria autostima va coltivata!

Le Tappe di Crescita del Bambino

In questo periodo è particolarmente importante la figura della madre - o del caregiver più significativo - che assolve la funzione di contenimento e di riconoscimento, facilitando così un adeguato sviluppo affettivo.

0-3 ANNI
3-6 ANNI
6-11 ANNI

Approfondimenti sul Tema Infanzia

In questa sezione troverete diversi articoli che riguardano l'infanzia e le variabili più importanti da tenere a mente per facilitare uno sviluppo sano e armonioso del bambino.

L'ATTACCAMENTO
LE CURE GENITORIALI
LO SVILUPPO SOCIALE DEL BAMBINO
LA TELEVISIONE
VIDEOGIOCHI

Disagio e Sofferenza in Età Evolutiva

Di seguito troverete descritti le principali manifestazioni di disagio nell'infanzia.

ADHD
COMPORTAMENTI DIROMPENTI
DISTURBI D'ANSIA
DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO
PAURA
RABBIA
TRISTEZZA

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